SEO Multilingua e hreflang

seo-multilinguaA chi lavora nel web capita spesso di avere a che fare con clienti il cui mercato di riferimento non si limita all’Italia ma raggiunge anche altri Paesi del Mondo; per le aziende che lavorano su mercati esteri il sito web non rappresenta semplicemente una vetrina informativa per farsi conoscere ma nella maggioranza dei casi rappresenta uno strumento per vendere i propri prodotti o servizi.
Diventa quindi necessario in questi casi creare un sito che abbia un alto valore aggiunto per l’utente estero evitando di fare errori banali come spesso accade per chi si trova per la prima volta ad “uscire dall’Italia”.

Lato SEO il posionamento di un sito su un mercato estero significa posizionare il sito su motori di ricerca differenti e quindi fare un diverso lavoro per ogni diverso motore; tralasciamo per ora tutta l’attività off-page e concentriamoci su come sviluppare un portale multilingua lato on-page.

La prima cosa da capire è quale mercato si vuole raggiungere ragionando sulla nazione e non sulla lingua. Uno degli errori più comuni dei siti multilingua e creare portali dedicati alle singole lingue; pensiamo ad esempio ad un sito in francese rivolto ai francesi. Il problema in questi casi è che il francese non si parla solo in Francia, ma ad esempio anche in Canada o in Svizzera e può accadere esistano termini differenti in Francia, in Canada o in Svizzera per descrivere la stessa cosa. Se il prdotto che noi vendiamo è destinato a tutti i mercati dove si parla francese, dovremmo fare siti diversi per ogni divero tipo di nazione dove si parla francese.

Una volta scelti i mercati dobbiamo andare a creare diversi siti per diversi mercati; quali sono best practices?

  1. Domini diversi per siti diversi: se potete comprate domini locali per siti diversi (es: .it per l’Italia, .co.uk per l’Inghilterra, .de per la Germania);
  2. Directory e non sottodomini: se avete un solo dominio su cui lavorare create una cartella per ogni lingua e non un sottodominio (es: miosito.com/en/ e non en.miosito.com);
  3. Impostate la destinazione geografica per ogni dominio all’interno del webmaster tool di Google (solo se avete domini globali gLTD);
  4. Scrivete contenuti in lingua, tradotti da madrelingua (e non in automatico o tramite traduttori sul web), e assiciratevi di utilizzare termini correnti e corretti per il Paese di riferimento;
  5. Utilizzate una codifica di caratteri corretta per evitare che il vostro sito non venga visualizzato all’estero.

Oltre a queste elencate sopra ci sono altre linee guida ufficiali su come impostare correttamente un sito mutlilingua; detto ciò può comunque accadere che Google (o chi per lui) non visualizzi la giusta versione in lingua del vostro sito (soprattutto se avete domini locali e volete puntare su mercati esteri).

Per evitare ciò ci sono alcuni consigli da seguire:

  • Traducete tutto il sito e non solo i contenuti; tarducete i menu, e gli elementi fissi, assicuratevi che anche nel codice non rimanga traccia della lingua originale; utilizzate la lingua di riferimento per tutto (anche per i nomi delle immagini se possibile);
  • Inviate tramite wbt a Google una sitemap per ogni lingua (potete utilizzare un sitemap index);
  • Utilizzate un markup per i contenuti in lingua.

Quest ultimo consiglio deriva da un recente aggiornamento introdotto da Google inerente un nuovo markup per i contenuti multilingua.
Questo markup serve per indicare a Google l’esistenza di versioni in lingua del nostro sito e va inserito all’interno dell’head del nostro sito seguendo questo standard: <link rel=”alternate” hreflang=”lingua” href=”sito in lingua” />. Si deve inserire un tag per ogni lingua e i diversi tag multilingua vanno in ogni versione in lingua del sito web.
L’utilizzo e la spiegazione nel dettaglio di come implementare il markup ce la da Google stesso.

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