Ricerche Not Provided

100% Not Provided in Google Analytics

Era il lontano ottobre 2011 quando Google sul suo blog ufficiale annunciava un cambiamento epocale che più o meno suonava così: “riconoscendo la crescente importanza di proteggere i risultati di ricerca personalizzati che forniamo stiamo migliorando la nostra esperienza di ricerca predefinita per gli utenti loggati. Nel corso delle prossime settimane molti di voi, quando effettuano l’accesso al proprio account Google, si troveranno reindirizzati a https://www.google.com (notare l’extra “s”) . Che cosa significa questo per i siti che ricevono click dai risultati di ricerca di Google? Quando cercate da https://www.google.com, i siti Web che visitate sapranno che provenite da Google ma non riceveranno informazioni su ogni singola query digitata.”

Da quel lontano ottobre in poi tutti i fruitori di Google Analytics hanno iniziato a vedere una crescente presenza del termine “not provided” all’interno del report per parola chiave; questa escalation ha subito un picco nelle ultime settimane quando Google ha deciso di estendere le ricerche criptate anche agli utenti non loggati.

Ricerche Not Provided

L’obiettivo del colosso di Mountain View è di passare nel giro di poco tempo alle ricerche sicure per il 100% degli utenti che utilizzano Google.

Cosa significherà avere un 100% di Not Provided?

Semplice. Significherà non avere più il dettaglio delle query digitate dagli utenti per arrivare sul nostro sito web. E questo, almeno a prima vista, è un bel problema. Tutti noi che nel tempo abbiamo imparato ad apprezzare Analytics abbiamo analizzato le singole parole chiave che hanno portato traffico e che, sopratutto in ambito seo, rappresentano un parametro fondamentale per definire la strategia.

Detto ciò risulta però alquanto sterile mettersi a fare polemiche contro Google soprattutto in merito alle motivazioni che hanno spinto il motore di ricerca a compiere questa scelta (c’è chi dice che tutto ruoti intorno all’obiettivo di aumentare la diffusione di Adwords). Appurato che tra un po’ di tempo tramite Google Analytics non sarà più possibile avere dettagli sulle parole chiave provenienti da risultati organici si pone il problema di come risolvere tale situazione.

4 modi per risolvere il problema del Not Provided e analizzare le parole chiave

Metodo n°1

Utilizzare un altro sistema di Analytics da affiancare (o sostituire) a Google Analytics come ad esempio Open Web Analytics o Digital Analytics di Adobe o ancora Shinystat.

Metodo n°2

Continuare ad utilizzare Analytics tramite report per landing pages spostandosi dall’analisi della parola chiave all’analisi del comportamento dell’utente sul sito.

Un metodo per analizzare la pagina di destinazione degli utenti provenienti da motore di ricerca consiste nell’entrare all’interno del Not Provided all’interno della sezione Acquisizione -> Tutto il traffico -> Sorgente/Mezzo -> Dimensione Parola Chiave

Analytics Not Provided

e selezionare come dimensione secondaria la pagina di destinazione.

Dimensione Secondaria Pagina Destinazione

In questo modo sarà possibile vedere quante visite (e gli altri dati) hanno ricevuto le singole pagine di destinazione associate a ricerche not provided. Questo tipo di approccio ci permette, analizzando i singoli contenuti delle pagine, di capire quali potenziali ricerche hanno portato gli utenti sul nostro sito ma sopratutto quali argomenti hanno attirato l’attenzione, a prescindere dalla singola query.

Un sistema simile al metodo descritto sopra consiste nel creare un filtro avanzato per generare un report sulle landing pages; tale sistema è descritto bene in questo post su searchengineland.com.

Metodo n°3

Utilizzare le informazioni presenti in Search Console. All’interno di Search Console, nella sezione Traffico di ricerca -> Analisi delle ricerche è possibile vedere nel dettaglio per quali parole chiave il nostro sito compare e quanti click ha ricevuto ogni singola parola chiave (è inoltre possibile analizzare molti altri dati)

Query Search Console

Metodo n°4

Utilizzare strumenti di analisi keyword e reporting come SEMRush o SEOZoom che monitorando dall’esterno la situazione delle serp sono in grado di restituire un elenco accurato delle parole chiave per le quali un sito web è visibile sui motori di ricerca e che portano traffico al sito.

Analisi SEOZoom

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