Indice dell’articolo
Che cos’è l’ABR
ABR è l’acronimo di Adjusted Bounce Rate (traducibile in Frequenza di Rimbalzo Adattata) e indica una metrica modificata relativa all’analisi della Frequenza di Rimbalzo presente in Google Analytics.
La frequenza di rimbalzo è la percentuale di sessioni di una sola pagina (ovvero le sessioni in cui gli utenti abbandonano il sito dalla pagina da cui sono entrati, senza interagirvi).
https://support.google.com/analytics/answer/1009409?hl=it
Per il calcolo della Frequenza di Rimbalzo Google considera dunque le pagine viste durante una specifica sessione. Nel caso in un utente arrivi sulla home page del nostro sito e dopo aver letto le informazioni esca, quella sessione avrà una frequenza di rimbalzo pari al 100%.
Questa specifica metrica risulta dunque molto utile per valutare il tasso di coinvolgimento del nostro sito web, ma non sempre nella sua forma standard la Frequenza di Rimbalzo ci dice tutto sulla qualità di ciascuna visita.
Facciamo un esempio:
- Un utente trova un nostro articolo su Google, clicca, entra nel sito, trascorre 10 minuti a leggere il nostro contenuto poi esce. Analytics considera questa visita come una visita con Frequenza di Rimbalzo 100% e durata della sessione zero (infatto GA assegna una durata nulla alle visite bounce).
- Abbiamo una landing page di una sola pagina per la quale acquisiamo traffico tramite AdWords. Quando andiamo ad analizzare le parole chiave più performanti vediamo che molte hanno una frequenza di rimbalzo del 100% e durata zero.
Siamo sicuri che nei due casi presentati sopra la frequenza di rimbalzo sia il giusto parametro sul quale fare le nostre valutazioni? Decisamente no. Ed è qui che ci viene in aiuto l’Adjusted Bounce Rate.
Riprendiamo per un attimo la definizione ufficiale di rimbalzo: un rimbalzo è una sessione contenente solo un hit interazione e per hit di interazione si intende sia una visita (hit di pagina) che un evento (hit di evento). Dunque possiamo utilizzare un evento Google Analytics di qualsiasi natura per verificare l’ulteriore ingaggio dell’utente con i nostri contenuti ed andare di conseguenza a generare una frequenza di rimbalzo più realistica.
Tipi di eventi per l’Adjusted Bounce Rate
Abbiamo detto che possiamo utilizzare una hit di interazione evento per far capire a Google che la l’utente che si trova sul nostro sito, visita una sola pagina ed esce non ha in realtà generato un rimbalzo perché ha interagito con il nostro sito in un altro modo.
Gli eventi più comuni che si possono utilizzare in questo ambito sono:
- Click su elementi della pagina (se un utente clicca sui bottoni di condivisione social o su un banner che porta all’esterno del sito);
- Iscrizione alla newsletter (se l’utente ci lascia la sua mail perché gli è piaciuto il nostro contenuto e vuole rimnanere aggiornato);
- Tracciamento dello scroll della pagina ( se prima di uscire dal nostro sito l’utente ha effettuato uno scroll della nostra pagina ed è arrivato fino alla fine del nostro articolo);
- Permanenza sul sito per più di x secondi (se, più semplicemente, l’utente si è fermato sulla nostra pagina per più di 30 secondi…. probabilmente, anche se è uscito dal sito, era interessato a quello che ha trovato).
Per il tracciamento degli eventi di click vi rimando a questo mio articolo mentre per lo scrolling della pagine potete leggere quest’altro mio post.
Come implementare l’Adjusted Bounce Rate
Il metodo più semplice per l’implemntazione dell’Adjusted Bounce Rate è l’utilizzo di un evento temporizzato in cui possiamo definire il tempo (in millisecondi) dopo il quale scattare in seguito all’arrivo di un utente sul nostro sito. In questo modo possiamo generare una hit evento che andrà ad abbassare la frequenza di rimbalzo nel caso in cui la permanenza della visita superi il tempo da noi stabilito.
Metodo Google Analyitics
Se utilizzate Universal Analytics basta aggiungere la seguente porzione di codice nel successivamente al codice ga (dopo ga(‘send’, ‘pageview’))
setTimeout("ga('send', 'event', 'categoria_evento', 'azione_evento')",30000);
sostituendo categoria e azione con i nomi che volete assegnare all’evento e impostando il tempo in millisecondi (es: 30000 = 3o secondi)
Metodo Google Tag Manager
Se utilizzate Google Tag Manager quello che dovete fare è creare un Tag Evento che si atiivi su un attivatore Timer.
1 – Create l’attivatore
Nome attivatore: Timer 30 sec
Tipo evento: Timer
Nome evento: gtm.timer
Intervallo: 30000 (o tempo in millisecondi che volete)
Limite: 1
Abilita quando: page path corrisponde all’espressione regolare .*
Attiva su: tutti i timer
2 – Create il tag
Nome Tag. Evento Unbounce 30 sec
Prodotto: Google Analytics
Tipo di tag: Universal Analytics
Tipo di monitoraggio: evento
Categoria: ABR
Azione: Vista pagina sopra 30 sec
Etichetta: {{Page Path}}
Attiva su: Timer 30 sec
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Sono un Consulente in Digital Marketing con oltre 10 anni di esperienza. Mi occupo di progettare e sviluppare strategie digitali per Piccole e Medie Imprese per aiutare le aziende ad ottenere il massimo ritorno dagli investimenti nei canali online.
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